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(a cura di Ezio, Mao e altri)

Com’è ormai tradizione anche quest’anno un numeroso manipolo di soci Mpc si è ritrovato nel consueto “trani” natalizio per il rituale scambio d’auguri.


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Più che augurarsi buone festività, in verità, si è assistito ad un ingordo assalto agli antipasti (tagliere lombardo, affettati misti e nervetti), ad un accanimento terapeutico nei confronti di risotto e ossobuco (bis e tris inclusi), fino allo sfinimento e alla resa di fronte alla degustazione di trippa.
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Sarà il profluvio di vino, sarà l’aroma della grappa, fatto sta che il Comitato direttivo del club pipesco – qui di seguito chiamato “le kappa” per brevità – sa come “prendere” i suoi soci. Solo al momento del caffè la serata è entrata nel vivo con l’estrazione dei numeri abbinati alla riffa Mpc.

Memore del sorteggio dell’anno precedente (che aveva premiato il socio Pazienza, che aveva appena regolarizzato la sua quota associativa e che, a scanso d’equivoci, non è stato ammesso alla riffa 2006) il socio Michele Dalla Mura imponeva la sua supervisione all’estrazione.

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Nonostante l’appesantimento di tre piatti di risotto e ossobuco Michele conservava la lucidità per regolamentare l’attribuzione dei premi. Il dubbio era se assegnare al primo numero estratto il premio più ambito oppure l’ultimo, oppure fare una media ponderata dei primi tre numeri poi da dividere, oppure aggiungere un valore della kabala al numero stesso sommato al numero della tessera... Mentre ancora stilava la formula ritenuta più adatta la piccola Lucrezia -  
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ancora convinta di partecipare ad una tombola, ma insospettita dal fatto che i soci avevano divorato le cartelle chi inzuppandole nel vino, chi spalmandole di mascarpone e zola – aveva già fatto rotolare il primo numero. È toccato a quel buco di..., pardon a quel fortunello di Pierluigi aggiudicarsi la Charatan in palio.
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Il presidente Mpc Mario Galandini consegnava nelle mani del buco di..., pardon del fortunato, la preziosa pipa tra gli applausi “convinti” degli altri soci. Non prima, però, che le kappa sollevassero alcune obiezioni regolamentari, tipo il pagamento avvenuto della quota associativa, morosità, inadempienze contrattuali et similia.  Tentativi leciti, ma vani. Fortunatamente, quest’anno, il montepremi era arricchito di alcuni premi minori quali delle inedite pochette in lino di Fiandra ricamati a mano con punto a giorno con il logo Mpc, rarissimi pigini prodotti con materie prime selezionate in pezzi unici e l’intera collezione antologica, su cd (praticamente due pezzi), che raccogli la carriera jazzistica del socio Marcello Sebastiani che li ha graziosamente messi in palio.
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Insomma, per farla breve, hanno vinto cani e porci meno il vostro fedele cronista... Per farla ancor più breve, ecco l’elenco di premi e premiati registrato in tempo reale dal vicepresidente Maurizio Ottoboni che s’era presentato con l’elenco integrale dei partecipanti alla riffa, e numeri assegnati, con tanto di sigillo di lacca a garantirne l’assenza di manomissioni:
Riportiamo i fortunati
(gli sfigati sono gli altri).
1 - Pipa Charatan - Pierluigi Menichetti
2 - Pochette - Aldo Renzetti
3 - Pochette - Filippo Crivelli
4 - Pigino - Aldo Renzetti
5 - CD - Alberto Privitera
6 - Pochette - Simone Calamai
7 - Pigino - Mauro Cavallini
8 - Pochette - Michele Colombo
9 - Pochette - Ettore Delli Carri
10 - Pigino - Pierangelo Repetti
11 - Pochette - Gianpaolo Gregis
12 - Pochette - Nicola Gagliardi
13 - Pigino - Guglielmo Festa

Alla fine delle estrazioni dovute la piccola Lucrezia avrebbe voluto continuare a giocare con l’urna rotante, peccato che nel frattempo l’ottantina di palline bianche rimaste, scambiate per confettini, fosse già stato deglutito dalla tavolata.

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Lo stato di sobrietà degli astanti era ormai manifesto e solo allora le kappa annunciavano che la cena, visto il gran numero di soci presenti, offriva la possibilità di celebrare l’assemblea annuale del club, resa obbligatoria dallo statuto associativo.

Il relatore, il bieco Ezio, prima stordiva la tavolata con un edulcorato resoconto delle magniloquenti iniziative passate, presenti e future, poi – proprio nel momento in cui l’oste proponeva un altro giro di grappini – chiedeva il voto di approvazione del bilancio annuale e del preventivo di spesa 2007 per alzata di mano. Nessuno ricorda le cifre esposte (se sono state esposte), ma il conto dei 16 grappini, 4 whiskey, 2 sambuche, 1 nocino, 6 amari e 3 limoncelli è stato regolarmente inserito nel conto finale. Per alzata di mano anche questo.

Ma il bello doveva ancora venire. Tra la nebbia ormai accumulata dal fumo delle pipate dei presenti (incluso quello della sigaretta fumata da una giovin signora fulva che molti han preso per una visione mistica, in realtà moglie del socio Paolo) spuntava ancora il losco Ezio che, di soppiatto, annunciava che il mandato delle kappa scadeva proprio nell’imminente 2007...

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Giusto il tempo di comunicare, facendo una larvata allusione al fatto che le pipe dell’anno Castello sarebbero state comunque decise dalle kappa in vigore, le modalità di una votazione degna del miglior politburo e dall’esito scontato, che un moto d’orgoglio e d’eroismo faceva scattare la reazione di due soci.

“Bisogna ricontare le schede nulle!” esclamava Fabrizio Zanellato. “Questo è un broglio! Bisogna ricontare anche le bianche!” aggiungeva Walter Sandoni, alzandosi in piedi e cercando di avvicinarsi bellicosamente al podio delle kappa. La sua sagoma tozza e robusta, nonchè lo slancio imprevedibile per la mole della sua figura, facevano esclamare ad un socio rimasto anonimo: “L’è cumm un turell!”. “È come un torello”, in milanese, ma vista l’alta percentuale di meneghini d’importazione di prima e seconda generazione, la frase veniva fraintesa come “Comitato elettorale”. Co-mi-tato e-letto-rale Co-mi-tato e-letto-rale veniva scandito in coro dai più battendo le pipe (e svuotandole) sulla tavola.

Detto fatto non solo passava la mozione di nominare un comitato elettorale, ma visto che Fabrizio e Walter erano rimasti in piedi sono stati automaticamente indicati come candidati e, altrettanto automaticamente, nominati all’unanimità comitato elettorale per le votazioni del prossimo Comitato direttivo.

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Solo a quel punto, forse rendendosi conto di averla fatta grossa, l’intera assemblea approvava tutte le proposte delle kappa in materia di quota associativa, politica dei contributi, maggiorazione degli stessi in occasione della pipa dell’anno Castello ed altre varie eventuali. Preso dal pentimento anche il socio Marco Poltronieri, ammettendo di aver firmato alcune delle pagine più vergognose del sito Mpc, votata convinto i Pacs e anche un’elastica normativa sull’eutanasia. Titta Polifroni, che aveva celato per il finale la sua scorta di torroncini, mentiva dicendo che quest’anno non erano ancora arrivati e non li divideva con i soci.
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Pietro e la moglie, sempre più sbigottiti, pagavano il conto e si eclissavano proprio mentre l’ingegner Marco Gasparrini chiedeva se, per caso, era rimasto del riso con ossobuco.
Michele, che aveva già riposto un contenitore Tupperware con gli avanzi, si univa alla richiesta incurante delle lamentele di Paolo Mauri, che pure a casa aveva tre pargoli da sfamare.
Il segretario smemorello Sergio Mauri, ormai assuefatto ai direttivi sindacali Cisl, aveva adottato per tutta la serata l’atteggiamento più redditizio: non aveva aperto bocca. Quando parlò, con l’autorità ormai nota, le sue parole dense di significato caddero come macigni: “Quanto devo?”. In silenzio tutti misero mano al portafogli e saldarono la cena, la tessera 2007, il posteggio e qualcuno persino l’infumabile Oliphant, abbinata all’iscrizione, presentata in anteprima.

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Salvatore si offrì di abbassare la saracinesca del locale, ma solo quando tutti i soci avevano già raggiunto le loro auto capì che non sarebbe mai arrivato al maniglione, troppo alto per lui. Sacrificò una Dunhill curva cumberland, usandola a mo’ si rampino. Mao, che s’era attardato all’interno per rifare per bene tutti i conticini, sarà recuperato alla riapertura del locale, il prossimo dieci gennaio. A proposito, buon Natale e buon anno a tutti.





 

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