A cura della redazione di:
MPCbuletin


 
 


 
 


 
 


 
 


  SANTAMBROGIO & C. s.n.c.
Via al Lago, 8
21026 Groppello di Gavirate (Va)
Tel/Fax 0332 743077

Con molta modestia Santambrogio non si considera un artigiano della pipa (nel senso "nobile" del termine) definendo la sua attività "manifattura di pipe in radica". 

Nel 1910 il fondatore, Stefano Santambrogio, dopo aver lavorato per i Lana di Gallarate ed ex capo reparto di produzione per la Rossi, acquista un mulino e lo riatta per dedicarsi alla produzione di pipe. Negli anni '30 e '40 impiega fino a 120 operai, producendo centinaia di migliaia di pipe all'anno. Sono anni incredibili per la pipa; vengono vendute a poche lire la dozzina e negli Stati Uniti, nei migliori caffè, viene offerta gratuitamente al consumatore una pipa "usa e getta" per chiudere la serata con una buona pipata. Il figlio Renzo rileva la "fabbrica" nel 1951 e,  tra gli anni '50 e '60 parte della produzione Santambrogio viene dedicata alle esigenze di altri marchi, più noti, della zona. Gli anni '70 vedono un altro Stefano, l'attuale Santambrogio nipote del fondatore, al timone dell'azienda che -come la maggior parte dei "marchi" del varesotto - non ha saputo valutare per tempo il brusco calo nei consumi del settore. "Non solo" - confida onestamente Stefano - "in quegli anni, dovendo affrontare una crisi aziendale gravissima, abbiamo perso il treno del "made in Italy", avevamo tutto per fare buone pipe ma non avevamo più risorse per creare e tutelare insieme ad una pipa griffata un'indispensabile immagine".

Nel 1970 Santambrogio conta ancora 75 dipendenti, ma la produzione è scesa a "soli" 100.000 pezzi all'anno; una produzione destinata soprattutto all'estero con marchi di fantasia (per esempio: Santafè in Germania, NTK Nordish Tobak Kompani in Danimarca).

La crisi è ormai inevitabile; le commesse spariscono e a Stefano, suo malgrado, tocca il ruolo di tagliatore di teste; dal 1985 in azienda rimangono solo tre addetti (più il prezioso contributo di Ercole Bogni alla rusticatura) e le 6.000 pipe all'anno prodotte finiscono tutte all'estero, contraddistinte da marchi più conosciuti o di completa fantasia (tipo Giovanni Di Varese che non è difficile riconoscere in cataloghi importanti come Dan Pipe), la maggior parte, però, col marchio registrato (in Germania) "Stefano Exclusive".

Stefano e la moglie, che collabora al finissaggio, hanno mostrato al Mpc senza alcuna reticenza l'intero loro ciclo di produzione e - altrettanto francamente - non abbiamo difficoltà ad ammettere che, nonostante l'utilizzo di alcuni torni meccanici, la lavorazione "artigianale" delle pipe, che segue una tradizione decisamente classica, non ha proprio nulla da invidiare ad altre, ben più blasonate produzioni, che - con meno modestia di Santambrogio - sbandierano un ingannevole quanto imbarazzante "fatto a mano".

erb/MpcBuletin/Luglio02

   

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